minus habens

La tua felicità non è la mia, ma un po' della mia infelicità potrebbe essere la tua. Non siamo mai stati fratelli e non saremo mai altro ma pensavo tu avessi un obbligo nei miei confronti. Leggendo le tue parole, guardando i tuoi occhi e ascoltando la tua bocca non vedo traccia di questo. Esposta su un muro senza protezioni, sono alla mercè di coltelli, frecce, occhiate e anche sputi. Nessuno dei quali potrebbe cambiare il bisogno di essere normale, alla fine dei giorni in cui denuncio la mia totale estraneità ad ogni norma.
Perché sembri aver dimenticato tutto? Non mi sono ancora spenta del tutto. Ma per le strade, in mezzo alla gente, ho ancora la percezione ovattata dei sogni, raccolgo frammenti di conversazioni, fotogrammi di sguardi, movimenti come coreografie, e non riesco a fare a meno di chiedermi se tutto continua a esistere anche in mia assenza, o se quel che vedo non sia prodotto malato della mia mente, irreale come cercare di parlare agli attori di un sogno.

Non ti rendi conto che ho meno di te perché, semplicemente, non ho te?

Sezione: 
Catemera