marce

Non riesco a guardarti, posso parlarti solo così, di fianco. Dove sono finiti i tuoi occhi che da soli portavano carezze? Sembra che non abbiano più dormito, occhi impossibili”.
Infine dopo avermi lasciato il tempo di inghiottire a secco, mi prese la mano e mi disse: “Non vedo l’ora che scendi da quella porta, dal cuore, dalla macchina. Ti prego, chiudi piano”.
Così mi sciolsi e uscii, restando ad aspettare che tirasse via le marce fino in fondo alla strada. Intorno la città ubriaca di sonno dormiva per dimenticare.
Avevo trent’anni quella sera, e nient’altro.

[Erri De Luca - In alto a sinistra]
Sezione: 
Gnastarelle